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PAP TEST E THIN PREP

cos'è e perchè effettuarlo

PAP TEST E THIN PREP (PAP TEST IN FASE LIQUIDA)

Il Pap test o  test di Papanicolau è un esame di screening ginecologico che permette di individuare precocemente alterazioni delle cellule del collo dell’utero prima che evolvano in forme più gravi. Si tratta di un semplice prelievo di cellule eseguito durante la visita, rapido e ben tollerato, che ha cambiato in modo significativo la prevenzione del tumore della cervice uterina. Attraverso il Pap test è possibile riconoscere lesioni pre-tumorali o tumori molto piccoli, spesso ancora privi di sintomi, e impostare controlli e trattamenti mirati in base al quadro clinico di ogni donna.


La funzione principale del Pap test è identificare le donne a maggior rischio di sviluppare, nel tempo, un tumore del collo dell’utero. L’esame consente di evidenziare le cosiddette lesioni pre-tumorali, come displasie e CIN, che rappresentano alterazioni cellulari ancora in fase iniziale. La diagnosi precoce permette di intervenire con terapie ambulatoriali mirate, preservando la funzionalità dell’utero e riducendo in modo considerevole la possibilità che la lesione evolva in carcinoma invasivo.

Oltre alla prevenzione oncologica, il Pap test offre informazioni utili sull’equilibrio ormonale e può segnalare la presenza di infezioni genitali, compresa l’infezione da Papilloma Virus umano. Alcune alterazioni del campione, infatti, possono orientare verso la presenza di batteri, miceti o parassiti, e indirizzare il ginecologo verso eventuali approfondimenti o trattamenti specifici. L’esecuzione periodica del Pap test è quindi uno strumento di prevenzione globale per la salute ginecologica.

pap test

quando e con quale frequenza eseguirlo


Le principali indicazioni raccomandano di iniziare il Pap test a partire dai 25 anni o dall’inizio dell’attività sessuale e di ripeterlo regolarmente fino ai 65 anni. In molte situazioni viene proposta una cadenza compresa tra uno e tre anni, da modulare in base ai fattori di rischio individuali, ai risultati precedenti e alla presenza o meno di infezione da HPV. Anche dopo la vaccinazione contro il Papilloma Virus è indicato proseguire con lo screening, perché il vaccino non copre tutti i possibili tipi virali e non sostituisce i controlli periodici.

Il Pap test può essere eseguito in quasi tutte le fasi del ciclo mestruale, ad eccezione dei giorni di flusso, quando la presenza di sangue potrebbe rendere meno leggibile il campione. Nelle 24–48 ore precedenti è in genere consigliato evitare rapporti sessuali, lavande vaginali, ovuli o prodotti locali che potrebbero alterare il risultato. L’uso di contraccettivi ormonali o la presenza di spirale intrauterina non costituiscono una controindicazione all’esame, che può essere eseguito anche in gravidanza, preferibilmente entro l’ottavo mese.

non invasivo e indolore

come si svolge il pap test

Il Pap test viene eseguito dal ginecologo in ambulatorio, durante la visita ginecologica di routine. La paziente si sdraia sul lettino in posizione ginecologica e il medico introduce delicatamente in vagina lo speculum, un piccolo divaricatore che permette di visualizzare la cervice uterina. Con uno spazzolino morbido vengono poi prelevate le cellule dal collo e dal canale cervicale; il prelievo dura pochi secondi e può provocare solo un lieve disagio, generalmente ben tollerato.


A seconda della metodica utilizzata, il campione può essere trattato come Pap test convenzionale, con le cellule strisciate e fissate su un vetrino, oppure come Pap test in fase liquida (Thin Prep), in cui le cellule vengono immerse in un liquido specifico e successivamente allestite su uno strato sottile più uniforme. In entrambi i casi, il preparato viene colorato ed esaminato al microscopio da un patologo. Dopo l’esame la paziente può riprendere le normali attività quotidiane; talvolta possono comparire piccole perdite di sangue, generalmente di lieve entità e transitorie.

i risultati

Pap test, HPV test e classificazione dei risultati


Nei programmi di prevenzione più recenti, il Pap test può essere associato alla ricerca del DNA virale dell’HPV, soprattutto nelle fasce d’età in cui l’infezione persistente rappresenta un fattore di rischio significativo. L’integrazione tra Pap test e test HPV consente di identificare con maggiore precisione le donne che necessitano di controlli ravvicinati o di ulteriori accertamenti, come la colposcopia con eventuale biopsia mirata.


L’interpretazione dei risultati si basa su sistemi di classificazione standardizzati, come il Sistema Bethesda, che descrive la presenza o l’assenza di lesioni intraepiteliali e distingue tra anomalie di basso e di alto grado. In caso di referto negativo non vengono evidenziate lesioni sospette; in presenza di alterazioni, il ginecologo valuta se programmare la ripetizione del Pap test a breve distanza, richiedere il test HPV o indicare ulteriori indagini. L’obiettivo è costruire un percorso di follow-up personalizzato, adeguato al rischio individuale.

  • Negativo: non evidenza di lesione intraepiteliale o neoplastica;
  • LSIL: lesione squamosa intraepiteliale di basso grado, comprendente HPV/displasia lieve, CIN1;
  • HSIL: lesione squamosa intraepiteliale di alto grado, comprendente displasia moderata e grave, carcinoma in situ / CIN2, CIN3;
  • AIS: cellule ghiandolari sospette per adenocarcinoma in-situ del collo dell'utero;
  • Carcinoma: cellule di carcinoma squamoso;
  • ASC-US: cellule squamose atipiche, non ulteriormente classificabili;
  • ASC-H: cellule squamose atipiche, non si esclude una HSIL;
  • AGC: cellule ghiandolari atipiche, specificando se endometriali, endocervicali, ghiandolari o non altrimenti specificate;
  • Adenocarcinoma: Adenocarcinoma endocervicale, endometriale, extrauterino o non altrimenti specificato;
  • CTM: Cellule tumorali maligne non altrimenti specificabili.

Efficacia e limiti dello screening con Pap test

Il Pap test è considerato un metodo efficace per la prevenzione del tumore invasivo del collo dell’utero, grazie alla capacità di individuare alterazioni cellulari molti anni prima della loro eventuale evoluzione. La sensibilità dell’esame non è però assoluta e sono possibili falsi negativi, cioè casi in cui una lesione non viene rilevata. Ciò può dipendere da un campionamento non ottimale o dalla presenza di infiammazione che maschera le cellule alterate.


La progressione verso le forme più avanzate è tuttavia lenta e la ripetizione periodica del Pap test consente, nella maggior parte dei casi, di intercettare la lesione ai controlli successivi. Per questo motivo è importante considerare lo screening come un percorso continuativo nel tempo e non come un singolo esame isolato. Integrare il Pap test con uno stile di vita adeguato, la vaccinazione anti-HPV e il confronto regolare con il ginecologo contribuisce a mantenere elevato il livello di prevenzione e a tutelare la salute ginecologica in tutte le fasi della vita.

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