cos'è
ecografia ostetrica tridimensionale
L’ecografia ostetrica 3D e 4D è un’evoluzione dell'ecografia tradizionale che consente di visualizzare il feto in tre dimensioni, sia con immagini fisse che in movimento. Grazie agli ultrasuoni e a una sofisticata elaborazione digitale, il volto, il profilo e i movimenti del bambino appaiono sul monitor con una definizione realistica. Questo esame è sicuro, non invasivo e privo di radiazioni, come l'ecografia bidimensionale, ma offre una visione più dettagliata della vita intrauterina. L'ecografia 3D/4D si affianca agli esami di routine previsti in gravidanza ed è eseguita in momenti specifici, su indicazione del ginecologo.
L'ecografia tridimensionale (3D) genera immagini volumetriche ad alta definizione del feto, osservabili da diverse angolazioni. La modalità quadridimensionale (4D) aggiunge il tempo, permettendo di vedere il bambino muoversi in tempo reale. Basata sugli ultrasuoni, non utilizza radiazioni ionizzanti e non presenta controindicazioni se eseguita secondo i protocolli.
Questa tecnica permette di osservare il profilo, le espressioni, i movimenti delle mani, la suzione del pollice e gli sbadigli. Oltre all’aspetto diagnostico, la visione tridimensionale e dinamica può rafforzare il legame emotivo tra i genitori e il bambino prima della nascita.
a cosa serve
perchè effettuare questo tipo di ecografia
L’ecografia ostetrica 3D e 4D ha innanzitutto una finalità clinica: in casi selezionati può essere d’aiuto nella diagnosi prenatale, migliorando la definizione di alcuni dettagli anatomici rispetto alla sola ecografia bidimensionale. Può contribuire, ad esempio, allo studio delle strutture superficiali del volto, alla valutazione di eventuali difetti del labbro o del palato, all’analisi più precisa degli arti, della colonna vertebrale, della parete addominale o del cordone ombelicale. In queste situazioni viene utilizzata come integrazione mirata dell’esame tradizionale, sempre nell’ambito di un inquadramento clinico definito dal ginecologo.
Accanto all’aspetto diagnostico, la metodica ha anche una forte componente esperienziale. La possibilità di osservare il bambino che si muove, cambia posizione, apre la bocca o porta le mani al viso spesso genera un forte impatto emotivo. Alcune donne riferiscono che vedere le immagini tridimensionali le ha aiutate a percepire in modo più concreto la presenza del bambino, favorendo un atteggiamento di maggiore attenzione verso il proprio stile di vita in gravidanza. In ogni caso, l’utilizzo dell’ecografia tridimensionale rimane inserito in un percorso medico strutturato, con obiettivi definiti e tempi appropriati.
quando eseguire l'esame
Ecografia 3D e 4D e diagnosi prenatale
In ginecologia e ostetricia, l’impiego dell’ecografia ostetrica 3D e 4D è particolarmente utile in alcuni contesti di approfondimento diagnostico. La ricostruzione volumetrica consente di individuare con maggior precisione la posizione del sacco gestazionale nei casi dubbi, di studiare l’anatomia fetale quando è necessario un dettaglio superiore e di definire meglio alcuni difetti strutturali. Può migliorare la visualizzazione delle anomalie del massiccio facciale, dei difetti del tubo neurale lungo la colonna vertebrale e di alcune malformazioni della parete addominale.
Questa metodica, tuttavia, presenta anche limiti tecnici. La qualità delle immagini dipende dalla posizione del feto, dalla quantità di liquido amniotico interposta tra il bambino e la sonda e dall’ecogenicità dei tessuti materni. Una ridotta falda di liquido amniotico davanti al volto o un pannicolo adiposo addominale molto spesso possono rendere più difficile la visualizzazione di alcune strutture. Per questo motivo la scelta del momento in cui eseguire l’esame è importante per ottenere un risultato ottimale.
L’ecografia ostetrica 3D e 4D può teoricamente essere eseguita in qualunque fase della gravidanza, ma esistono periodi in cui le immagini risultano più nitide. In molti casi viene consigliata tra la 24ª e la 28ª settimana di gestazione, quando il feto ha raggiunto dimensioni tali da rendere ben visibili il volto e le parti del corpo, ma dispone ancora di spazio sufficiente per muoversi e per essere circondato da una buona quantità di liquido amniotico. In questa epoca è spesso possibile ottenere immagini particolarmente chiare del profilo e delle espressioni del bambino.
Già nel primo trimestre è possibile acquisire volumi tridimensionali che mostrano come il feto sia completamente formato e attivo intorno alle 12 settimane, anche se il dettaglio del volto e delle strutture superficiali è generalmente migliore nel secondo e terzo trimestre. La decisione sul momento più opportuno viene sempre condivisa con il ginecologo, in base agli obiettivi clinici e alle esigenze specifiche di ogni gravidanza.
come si svolge l'ecografia ostetrica 3d e 4d
Dal punto di vista pratico, l’esame si svolge in modo analogo a una normale ecografia ostetrica. La paziente viene fatta accomodare sul lettino in posizione supina e l’operatore applica sull’addome un gel che facilita il passaggio degli ultrasuoni. La sonda viene fatta scorrere delicatamente sulla superficie cutanea per acquisire le immagini bidimensionali di base, che vengono poi elaborate dal software dell’ecografo per ottenere le ricostruzioni tridimensionali o quadridimensionali.
La durata dell’esame può variare in funzione della posizione del feto e della qualità delle immagini che si desidera ottenere. In alcuni casi sono necessari alcuni minuti in più per attendere che il bambino assuma una posizione favorevole, ad esempio con il volto rivolto verso la sonda e senza ostacoli significativi davanti. L’ambiente è generalmente mantenuto in penombra, in modo da facilitare la visione del monitor da parte di genitori e operatore, e il risultato finale viene integrato nel referto ecografico complessivo.
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